Mons. Vittorio Fusco

Mons. Vittorio Fusco

Secondo vescovo di Nardò-Gallipoli (1995-1999)

fusco1Campobasso, 1939 – Nardò, 1999

Il papà, insegnante di matematica e fisica, durante l’università, a Torino aveva frequentato il grande educatore salesiano don Coiazzi; fu presidente diocesano della GIAC (Gioventù Italiana di Azione Cattolica) della diocesi di Larino, e tra i fondatori della sezione di Boiano, dove si trovava nei primi anni di insegnamento. La mamma, insegnante di lettere, aveva avuto occasione di ascoltare con frutto, durante la sua predicazione in Italia, il P. Matteo Crawley, apostolo della devozione al Sacro Cuore, che coltivò con fervore per tutta la vita. Morto il marito nel 1946 a soli trentanove anni, dovette addossarsi tutto il peso del lavoro e della famiglia. Ha vissuto sempre col figlio sacerdote fino alla morte, nel 1989.Mons. Vittorio Fusco è nato il 24.4.1939 a Campobasso da Antonio Fusco e Rosina Sassi, originari di San Martino in Pensilis nel basso Molise, entrambi terziari francescani e devoti di Padre Pio da Pietralcina, dal quale si recarono anche nel viaggio di nozze, dopo aver celebrato il loro matrimonio ad Assisi presso la tomba di San Francesco. Il matrimonio fu allietato da quattro figli: Vittorio, Maria Giuseppina, Francesco (morto a sedici anni per un malore mentre nuotava). Paolo (anche lui morto prematuramente nel 1986).

La vocazione maturò durante gli anni del Liceo, attraverso l’esperienza nel­l’Azione Cattolica, sotto la guida di don Giovanni Battista e la direzione spiri­tuale di don Pasquale Pizzardi, con un gruppo del Movimento Studenti che aveva dato vita al periodico “Noi Studenti”. Dopo la maturità classica al liceo “Mario Pagano” di Campobasso, entrò per gli studi teologici al Seminario “Pio XI” di Benevento (1957-1962), Pontificio Seminario Regionale per l’allora regione ecclesiastica del Sannio. Qui lo appassionò agli studi biblici il prof. don Armando Rolla di Ivrea, ed esercitarono decisivo influsso su di lui due grandi figure di educatori, il padre spirituale Mons. Mario De Santis (discepo­lo del Servo di Dio Mons. Fortunato Maria Farina, Vescovo di Troia e Foggia, di cui è in corso il processo di beatificazione) ed il rettore Mons. Pietro Santoro, successivamente Arcivescovo di Campobasso-Boiano, che in quegli anni, per la formazione pastorale dei seminaristi, si era fatto promotore di un’esperienza assai valida di apostolato catechistico nelle campagne.

Notevole influsso formativo ebbero anche le iniziative del Circolo Missio­nario di cui fu presidente negli ultimi anni di teologia. Rimase profondamente segnato dalla figura di Giovanni XXIII e dall’evento del Concilio.

Ordinato il 15.7.1962da Mons. Alberto Carinci, per quattro anni fu mansionario della Cattedrale con incarico di viceparroco, direttore spirituale del Seminario minore, assistente della GIAC e docente di religione nelle scuo­le pubbliche. Riprese gli studi a Roma nel 1966 con la borsa di studio della Congregazione dei Seminari per la formazione dei docenti per i Seminari Re­gionali d’Italia, con residenza nel collegio San Carlo. Al corso conseguì, dap­prima, presso la Pontificia Università Gregoriana, la Licenza in Teologia il 20.07.1967, poi presso il Pontificio Istituto Biblico la Licenza in Sacra Scrittu­ra il 21 .6.1969. Da allora ininterrottamente ha insegnato Esegesi Neotestamentaria presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’ Italia meridionale, se­zione San Luigi (Napoli), dove nel 1986 fu promosso professore ordinario. Il 6.6.1979 presso il Pontificio Istituto Biblico aveva ricevuto il dottorato in Sacra Scrittura con la tesi Parola e Regno. La Sezione delle parabole(Mc 4,1 —34) nella prospettiva marciana (pubblicata nel 1980 presso la Morcelliana di Brescia). E’ stato membro del Consiglio di Facoltà e dal 1993-94 direttore del Settore Biblico; membro del comitato di redazione della collana Aloisiana. di cui fu anche direttore dal 1982 al 1986. E’ stato membro della Snts (Sutdiorum Novi testamenti Societas) di Cambridge e dell’ ABI (Associazione Biblica Italiana), e suo direttore dal 1993 al 1994; dal 1989 membro del direttivo del gruppo neotestamentaristi italiani. Nel 1994 fucooptato nel comitato scien­tifico di Biblia, associazione di cultura biblica con sede a Firenze, cui parteci­pano anche protestanti, ebrei e non credenti. Ha tenuto relazioni in vari incontri di studio nazionali e internazionali.

La sua bibliografia in campo biblico annovera più di settanta titoli, preva­lentemente sui Sinottici e gli Atti degli Apostoli, fra cui una decina in altre lingue; vanno ricordati particolarmente vari articoli per il Nuovo dizionario di teologia biblica, ed. Paoline, Torino 1988; i volumi Oltre la parabola. Introduzione alle parabole di Gesù, Borla, Roma 1983; Povertà e sequela. La pericope sinottica della chiamata del ricco (Mc 10, 17-31 parr.), Paideia, Brescia 1991; La casa sulla roccia.Temi spirituali di Matteo, Ed. Qiqajon, Comunità di Bose, Magnano 1994; e la Introduzione generale ai sinottici, in M. Laconi (ed.), Vangeli sinottici e Atti degli Apostoli (Logos. Corso di studi biblici, 5) LDC, Torino-Leumann 1994, pp. 33-132. Il volume Le prime tradizioni cristiane, presso le Edizioni Paoline e altri volumi ancora in corso di pubblicazione.

Al lavoro di ricerca ha aggiunto anche scritti di taglio più divulgativo e spirituale su vari periodici (Parole di vita, Parola Spirito e vita, Presbyteri, Rivista del clero italiano), sussidi omiletici in Temi di predicazione e in Servi­zio della Parola, corsi di esercizi spirituali, conferenze e lezioni di aggiorna­mento in tutta Italia.

A questa attività, che ha fatto di lui uno dei più noti biblisti italiani, ha voluto sempre affiancare il servizio pastorale, maturando la scelta, dopo i pri­mi sei anni di soggiorno a Napoli (1970-1976), di tornare a risiedere a Campobasso e di abitare a Napoli solo tre giorni alla settimana per l’insegna­mento.

Nel 1977 dall’arcivescovo D’Antonio fu nominato vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi,               promuovendo soprattutto la formazione permanente dei catechisti.

Nel 1979 col professore Luigi Picardi ed altri esponenti del laicato cattolico ha dato vita al “Centro Studi Giovanni XXIII” con lo scopo statutario di “… contribuire allo spirito deI Concilio Vaticano II, alla conoscenza del messaggio cristiano e delle sue incidenze nei vari ambiti dell’esistenza umana, con parti­colare riguardo alla condizione meridionale e molisana … “. Il centro ha orga­nizzato fino ad oggi più di cinquanta incontri pubblici, portando a Campobasso alcuni fra i maggiori rappresentanti della cultura cattolica italiana.

Nel 1980 l’arcivescovo Santoro lo nominò canonico della Cattedrale e assi­stente dell’UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi). Nel 1990 l’arcivescovo Di Filippo lo nominò cappellano dell’Università del Molise, eretta da qualche anno a Campobasso, incarico che mantenne fino al 1992. Nel 1993 per otto mesi resse la supplenza della parrocchia vacante S. Maria di Loreto, nella frazione S. Stefano. E’ stato sempre membro del Consiglio Presbiterale e, sin dalla sua fonda­zione, docente del locale Istituto di Scienze Religiose, attualmente Istituto Superiore di Scienze Religiose “Ambrogio Autperto”.

Il 12 settembre 1995 è stato nominato vescovo di Nardò-Gallipoli. Ordinato il 7 ottobre 1995 nel Santuario di Castelpetroso dal vescovo Ettore Di Filippo, ha compiuto il suo ingresso in diocesi il 28 ottobre. E’ stato membro della Pontificia Commissione Biblica diretta dal Card. Joseph Ratzinger e ha ricoperto l’incarico di Moderatore degli studi per l’Istituto Teologico Pugliese in Molfetta.

Dopo soli quattro anni di breve ma intenso episcopato, si spegne all’alba dell’11 luglio 1999, festa di San Benedetto abate, patrono d’Europa. Le sue spoglie riposano nella Concattedrale di Gallipoli. Il suo ministero episcopale è stato descritto con la triade “ascolto-annuncio-avvento”. “Ascolto” perché dava attenzione alle persone, volendo sempre capire le loro situazioni, i problemi dei singoli, delle parrocchie, del clero e dei seminaristi, decidendo di vivere di fatto nel Seminario Minore con i sacerdoti e i seminaristi. “Annuncio” perché il cuore del suo ministero episcopale è stato l’evangelizzazione da approfondire e da rinnovare costantemente. L’annuncio lo attuava in particolare nelle omelie e nella lectio divina che svolgeva per la comunità diocesana nei tempi forti dell’anno liturgico. “Avvento” perché è stato un vescovo “pellegrino”, vivendo in continua ricerca della Parola di Dio e accogliendo la malattia come incontro con la “Parola della croce” rivolta a lui. La sua vita è stata un continuo camminare e ricercare il mistero di Dio attraverso la preghiera, lo studio e il ministero apostolico.

Il gesuita P. Antonio Baruffo, Preside della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, ha offerto alla comunità diocesana riunita nella Concattedrale di Gallipoli il 16.12.1999 un fedele ritratto di Mons. Fusco, affermando tra l’altro: “Il Fusco studioso della Bibbia, ricercatore accurato e dall’impegno accademico scrupoloso non era diverso dal sacerdote e dal pastore di anime. La fede religiosa è stata l’anima del suo sforzo scientifico, della sua ricerca intellettuale e della comunicazione agli altri di ciò che egli scopriva e viveva con convinzione. La sua coerenza di vita ne faceva un autentico testimone di Cristo