Lettera del Vescovo alla Famiglia

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Lettera del Vescovo alla Famiglia

Cara Famiglia,

permettimi di scriverti e di darti del tu, permettimi di entrare in punta di piedi nella tua bella casa, per condividere con te alcuni momenti della tua vita e alcune confidenze.

Grazie, perché appena ho bussato, mi hai aperto e mi hai permesso di entrare. Subito mi sono sentito accolto, ben voluto, avvolto da un profumo di pulizia e da un ordine ben curato; poi, avanzando nelle stanze, ho iniziato ad avvertire i gustosi profumi che narrano l’arte tipica della mamma, indiscussa regina della cucina, e annunciano l’ora dei pasti, perché ogni giorno hai deciso di raccoglierti attorno al tavolo per ringraziare il Signore e condividere il frutto della terra e del lavoro quotidiano.

Pochi passi ancora e sento le voci festose dei ragazzi che, nella loro cameretta o da qualche altra parte, forse nel giardino, urlano di gioia, segno indiscusso della loro età e della tipica loro vivacità.

Lasciamelo dire: sei davvero una bella famiglia, un capolavoro di Dio!

E poi, la tua “casa” sembra fatta su tua misura. L’hai progettata da tempo, ti sei ispirata a quella meravigliosa “opera d’arte” che è ogni famiglia cristiana, composta da papà, mamma e figli.

Nel progettarla hai tenuto presente le inconfondibili linee e forme che disegnano gli spazi domestici in sintonia con la bellezza e la bontà presenti nel tuo cuore e nei tuoi sogni.

Ti auguro di poterla vivere sempre così, con la stessa armonia e gioia, questa tua “casa”.

Sia sempre più luogo di accoglienza, di condivisione, di reciproco servizio, di amore, di riposo. Tu che abiti in essa e quanti verranno come ospiti, custodite e valorizzate il tesoro di valori naturali e cristiani, di cui vai fiera.

Le pareti non siano confini che delimitano l’accesso a piccole proprietà private o a spazi riservati, che isolano gli uni dagli altri, ma traiettorie, passamano, che facilitano la comunicazione e alimentano la pace domestica, quella serenità che rinfranca dalla stanchezza e dalla routine di ogni giorno.

Abbi cura, poi, che la tua casa sia palestra che educa e fa sognare la bellezza della ‘casa del cielo’, costruita per noi dall’Artista Divino, dove desidera portarci per respirare la meravigliosa atmosfera della sua Famiglia arricchita dalla presenza dei Santi.

 Se necessario, abbi cura della scala che porta sul terrazzo o apri una porta-finestra sul soffitto, per ricordarti che è il “Cielo” la meta del pellegrinaggio terreno.

Grazie cara mamma, grazie caro papà, grazie!

Se Dio non avesse pensato voi, non ci sarei stato io.

Grazie per il dono della vita!

Continuate, nonostante le fatiche, le paure e i sacrifici che accompagnano i vostri giorni, a dare vita, amore, gioia, a contagiare di speranza la nostra casa e la nostra società.

La vostra maternità e paternità restino sempre per tutti noi sorriso, tenerezza, affabilità, soddisfazione. Imparate da Maria e Giuseppe ad essere genitori!

Si, noi figli e figlie, proveremo ad essere la vostra gioia, il vostro capolavoro! Porteremo impresso in noi il segno del vostro amore totale, unico, eterno. Vogliamo migliorare il mondo intorno a noi, portando il vostro onore. Papa Francesco ha detto che “una società di figli che non onorano i genitori è una società senza onore; quando non si onorano i genitori si perde il proprio onore! È una società destinata a riempirsi di giovani aridi e avidi”.

Cercheremo di imparare da Gesù ad essere figli, a darvi onore!

Comprendiamo finalmente che la nostra famiglia non è il risultato di una casualità di incontri, ma il privilegiato luogo scelto da Gesù per farci venire nel mondo. Per questo non finiremo di dirvi grazie!

Anzi ci sforzeremo affinché le speranze e le sofferenze che stiamo affrontando in casa, siano unite alle speranze e alle sofferenze di tutta la Chiesa, perché e “la gioia dell’amore che si vive nelle famiglie sia anche il giubilo della Chiesa” (Amoris Laetitia 1).

Pensando ai momenti di tristezza, sfiducia, scoraggiamento per le prove che la vita ci riserva ogni giorno, mi viene in mente la scena dei due sposi di Cana. Immersi tra i preparativi, circondati da tanti invitati, all’improvviso si trovarono ad affrontare una prova. Per fortuna tra gli invitati c’erano Gesù e Maria: garantirono un successo che supera ogni logica umana!

Dinanzi alle umane difficoltà, soccorre l’intervento della divina presenza, pronta a trasformare l’acqua in fragrante vino di festa!

Invitate, perciò, come ospiti abituali a casa vostra Maria, Giuseppe e Gesù”.

Se non siete abituati ad invitarli, cominciate oggi: è l’unica presenza che non crea disagio e non obbliga a modificare l’arredo di casa; sono gli unici ospiti che, nonostante il ritardo dell’invito, saranno sempre felici di venire e vivere accanto a voi, ospiti, a servizio della vostra gioia!

Vi ringrazio per l’accoglienza. Speriamo di incontrarci di nuovo per continuare il discorso. Potete anche scrivermi, magari per raccontarmi il cammino che state facendo insieme.

Vi auguro ogni bene, con tanta amicizia.

                                     + Fernando
Vostro Vescovo

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