Messaggio per il Natale 2021 di Mons. Vescovo
Buon Natale!
La Liturgia di questi giorni ci fa rivivere con gioia il Natale del Signore, ricordando la sua venuta nella storia e ravvivando la consapevolezza della sua presenza in mezzo a noi.
Disponiamo allora il nostro cuore alla contemplazione e all’incontro per sperimentare la gioia e la speranza che conducono all’amore fraterno.
Natale ci ricorda che Cristo abita la nostra storia, segnata oggi dalla pandemia e da tantissimi altri problemi.
È naturale in questa situazione di crisi sanitaria e sociale provare disorientamento, turbamento, indecisione e chiedersi come continuare il cammino; è facile tornare con l’immaginazione al passato dimenticando che ogni tempo registra le sue difficoltà e le sue opportunità.
Il segreto rimane sempre quello di avere un punto sicuro di riferimento per orientarsi. Come ogni mattina il nostro cuore si apre alla speranza quando accoglie la luce del sole che viene dall’oriente e ci ridona vita, così noi cristiani continuamente orientiamo il nostro sguardo verso Gesù, perché da Lui viene la vera luce che illumina di senso la nostra storia, la nostra vita, le nostre comunità.
Nonostante le tante restrizioni, anche quest’anno abbiamo illuminato a festa le strade e le case, seguendo le tradizioni che ci sono state consegnate dai nostri antenati: il Natale ci ricorda che Cristo è la luce che viene nel mondo.
Molti hanno perso questo punto di riferimento e cercano la luce nel vaccino (giustissimo vaccinarsi) per contrastare la pandemia, nel benessere economico per contrastare la povertà, nella evasione per riempire il cuore inquieto di un po’ di tranquillità.
Ma non è possibile trovare pace finché circola nel mondo e in noi il virus dell’individualismo che ci rende indifferenti alla sofferenza e ai disagi di tanti nostri fratelli e sorelle.
La luce di Betlemme ci aiuti allora ad essere disponibili, generosi e solidali, specialmente verso le persone più fragili, i malati e quanti in questo tempo si sono trovati senza lavoro o sono in gravi difficoltà per le conseguenze economiche della pandemia, come pure verso le donne che subiscono violenze domestiche e verso i tanti fratelli e sorelle che “bussano” ai nostri confini per entrare e trovare un alloggio.
Se ci lasciamo illuminare dalla luce di Cristo, scopriremo che ogni persona è nostro fratello, nostra sorella.
Se incrociamo il nostro sguardo col suo, capiremo che Cristo desidera solo accendere nella nostra vita e nei nostri cuori la luce della sua amicizia che salva tutto quello che siamo e viviamo, che rende nuovo il cammino quotidiano della nostra vita.
Magari esteriormente non vedremo cambiare nulla, ma se il nostro cuor cambia, se il cuore si lascia illuminare dallo sguardo amante di Cristo, allora tutto diventa nuovo, anche il cammino che facciamo da sempre e che oggi ci sembra grigio e monotono.
È l’esperienza pasquale dei discepoli di Emmaus: “Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via?” (Lc 24,32). Camminare con letizia seguendo Gesù è la nostra salvezza.
Camminiamo insieme.
È quello che Papa Francesco ci sta chiedendo: approfondire in tutta la Chiesa la natura sinodale dell’esperienza cristiana, come “cammino insieme” nell’ascolto reciproco.
È essenziale oggi che la Chiesa viva e testimoni la sua natura di popolo di Dio che nel corso della storia segue Cristo.
Una sinodalità che non attinge alla presenza piena di amore di Cristo perde presto la speranza e non permette un cammino.
Se non viviamo questo tempo sinodale esposti alla luce del suo Volto, continueremo ad impantanarci nei limiti delle nostre possibilità; se discuteremo solo fra di noi, senza esporci con umiltà e adorazione allo sguardo amoroso di Gesù, il nostro volto diventerà scuro di tristezza, come quello dei discepoli di Emmaus (Lc 24,17).
Solo la luce del volto di Cristo crea fraternità.
Mentre ci prepariamo sollecitati dalla Chiesa a dare il nostro contributo specifico al percorso sinodale suscitato dal Santo Padre, ripartiamo dalla luce del suo sguardo che ci chiama con amore a seguirlo.
Natale ci fa contemplare Maria e Giuseppe davanti al primo sorriso del Bambino Gesù, la prima volta che Gesù li guardò con amore, con gratitudine, con gioia.
In quell’istante Maria e Giuseppe hanno visto la luce che illumina il mondo e lo salva.
Anche noi vogliamo fare questa esperienza.
Solo così avviene il Natale.
È l’augurio che faccio di cuore unito alla costante preghiera per voi e affidandomi alla vostra!
✠ Fernando Filograna
Vescovo