Nota sulla partecipazione politica in vista delle prossime elezioni amministrative comunali

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Nota sulla partecipazione politica in vista delle prossime elezioni amministrative comunali

Tra poche settimane si svolgeranno in alcuni Comuni della Diocesi le consultazioni elettorali, per designare il Sindaco e i Membri dell’Amministrazione Comunale. Non si tratta semplicemente di una scadenza temporale, imposta dalla legge, quanto piuttosto di un impegno serio che deve riguardare tutti, ognuno secondo il suo specifico ruolo e la propria responsabilità.

Con la presente Nota intendo rivolgermi ai fratelli presbiteri, ai fedeli laici, a quanti sono candidati come sindaci e consiglieri comunali, con il desiderio di offrire alcuni spunti di riflessione, che possano orientare il nostro impegno.

Le elezioni come impegno morale

E’ molto importante considerare la valenza del voto quale strumento di partecipazione politica attiva e diretta.

Siamo tutti chiamati ad esprimere le nostre preferenze, considerando che abbiamo il dovere morale di votare e fornire, così, il nostro personale contributo alla crescita della città.

E’ anche dovere morale dei candidati esprimere programmi elettorali che abbiano realmente a cuore tutti quei valori che costituiscono da sempre il nostro inestimabile patrimonio.

Mi permetto di richiamare, al riguardo, il significato etimologico del termine candidato. Esso deriva dal latino candidatus, lett. “colui che indossa una toga candida” e risale ai tempi dell’antica Roma. Infatti, coloro i quali si presentavano alle elezioni, per distinguersi e manifestare pubblicamente il loro impegno, dovevano indossare una toga bianca. Questa veste rivestiva anche un altro importante significato: candido significa bianco, puro; pertanto il candidato assumeva l’impegno ufficiale di essere puro, onesto, al di sopra di ogni sospetto.

E’ questo l’augurio che rivolgo ad ogni candidato: siano la vostra onestà e il vostro alto senso del dovere la via concreta del vostro impegno politico.

Il ruolo della Chiesa

La Chiesa volge con benevolenza il suo sguardo all’attività politica ed amministrativa, nell’incessante convinzione che solo insieme, comunità ecclesiale e comunità politica, possiamo lavorare per il bene di tutti.

D’altro canto, la Chiesa non può entrare in merito a scelte partitiche dirette, né può offrire soluzioni tecniche ai problemi sociali.

Essa si muove nell’orizzonte fondamentale dei principi e invita tutti ad incarnare quei valori perenni che contraddistinguono e promuovono la dignità di ogni persona umana.

Infatti, “se non vi è consenso generale su tali valori, si smarrisce il significato della democrazia e si compromette la sua stabilità”.1

Accogliamo come stimolo al bene le parole di Papa Francesco: “In questo momento, chi non ha la capacità di dire “noi”, non è all’altezza. Deve prevalere il “noi”, il bene comune di tutti. L’unità è superiore al conflitto”.2

Da parte mia, esorto i presbiteri ad intendere in questo modo la nostra azione di consiglio, di sostegno, di orientamento nei confronti dei fedeli e dell’autorità politica, ed esorto i fedeli a valutare eticamente le proposte politiche proprio sulla base di questi criteri.

Alcune priorità della politica

Mentre rinnovo la mia stima e il mio incoraggiamento a quanti scelgono di candidarsi per il bene delle nostre città, sento il bisogno di richiamare alcune priorità essenziali, che emergono in maniera ancora più urgente a causa della pandemia di cui ancora facciamo esperienza, per la realizzazione delle quali ci sarà sempre il contributo concreto da parte della comunità ecclesiale.

  • La carità sociale e politica. Nello scorso mese di ottobre, Papa Francesco ha fatto dono alla chiesa dell’enciclica Fratelli Tutti, pietra miliare del magistero pontificio per comprendere che la fraternità e l’amicizia sociale costituiscono delle vie privilegiate per il benessere e lo sviluppo della società.
    Nel documento, il Papa ribadisce la necessità di impegnarsi per una buona politica: “Riconoscere ogni essere umano come un fratello o una sorella e ricercare un’amicizia sociale che includa tutti non sono mere utopie. Esigono la decisione e la capacità di trovare percorsi efficaci che ne assicurino la reale possibilità. Qualunque impegno in tale direzione diventa un esercizio alto della carità”.3
    Siamo veramente chiamati ad essere inclusivi verso tutti, a creare percorsi di convivenza virtuosa, occasioni di crescita stando insieme; è importante unire le nostre forze, collaborare tutti perché la politica favorisca la promozione della dignità di ogni persona.
  • La solidarietà. San Giovanni Paolo II definisce la solidarietà come “la ferma e perseverante intenzione di impegnarsi per il bene comune, ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti”.4
    Non si tratta, pertanto, di un impeto momentaneo o isolato di generosità, dell’aiuto di un momento, bensì di un aiuto intelligente, organizzato, continuato, che crei realmente le condizioni alle persone di uscire dai loro bisogni e dalle loro sofferenze.
    Ci è di aiuto nella comprensione della virtù della solidarietà l’icona biblica del Buon Samaritano (Lc 10,25-37), approfondita da Papa Francesco nell’enciclica Fratelli Tutti.
    Invito ciascuno di voi ad avere a cuore i poveri, anche i nuovi poveri generati dalla pandemia, ad avere “un cuore che vede”, evitando ogni forma di strumentalizzazione, amando e servendo questi nostri fratelli nella discrezione, senza proclami o promesse inutili e altisonanti, ma con azioni piene della concretezza dell’amore autentico.
  • La cura del creato. E’ sotto gli occhi di tutti la sofferenza della terra, la nostra casa comune. Essa, come ci ricorda il Papa, “protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei”.5
    Esorto tutti i candidati e quanti saranno eletti ad avere profondamente a cuore la cura del creato, attraverso norme e atteggiamenti condivisi che portino i cittadini al rispetto dell’ambiente, alla sobrietà negli stili di vita, ad evitare ogni forma di spreco.
    L’evento della prossima Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che si terrà a Taranto dal 21 al 24 ottobre prossimi, può costituire uno stimolo ulteriore per riflettere ed impegnarsi.
  • La giustizia e la legalità. Siamo consapevoli che a volte le leggi impongono delle restrizioni non sempre facili da comprendere e accettare; tuttavia, obbedire è garanzia di un’ordinata convivenza civile.
    Assistiamo, poi, d’altra parte, a numerose violazioni della legge all’interno delle nostre città, ad atteggiamenti che prediligono il compromesso e a situazioni di palese ingiustizia sul piano lavorativo ed economico. Raccomando a tutti una sempre crescente attenzione alla legalità e al senso profondo della giustizia, per favorire la promozione di ogni persona ed evitare sofferenze e disuguaglianze.
    La legalità e la giustizia costituiscono sempre vie privilegiate ed imprescindibili per l’instaurazione della pace e del benessere sociale.

Ringrazio d. Francesco Marulli e la sua equipe per queste riflessioni che condivido con voi; esse nascono dalla necessità di annunciare il Vangelo nella società del nostro tempo, con le sue sfide e le sue risorse. Vi invito ad accoglierle e a renderle oggetto di serena riflessione, affinchè realmente l’impegno politico e amministrativo sia foriero di crescita e di bene per tutti e l’impegno delle nostre comunità ecclesiali sia anche rivolto alla vita sociale quotidiana della nostra gente. Se ognuno farà con passione la sua parte, davvero potremo tutti contribuire a realizzare quella civiltà dell’amore che il Signore desidera dai suoi figli.

Interceda per noi la Vergine Santa, affinchè Dio ricolmi di buoni frutti ogni nostra azione.

Nardò 18 settembre 2021.

+ Fernando Filograna
vescovo

 

1 PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n. 407.
2 FRANCESCO, Intervista rilasciata a Fabio Marchese Ragona, 10 gennaio 2021.
3 ID., Fratelli Tutti, n. 180.
4 GIOVANNI PAOLO II, Sollicitudo Rei Socialis, n. 38.
5 FRANCESCO, Laudato Si’, n. 2.

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