Saluto alla Chiesa di Nardò-Gallipoli
Sorelle e fratelli della Chiesa di Nardò-Gallipoli, ”amati da Dio e santi per la chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo” (Rom 1,7).
Oggi, attraverso la decisione del Papa Francesco, il Signore mi chiama e mi manda come Vescovo per confermare in tutti voi la consolazione e la speranza che vengono dal suo amore.
Voi comprenderete quanto la notizia, che mi è stata comunicata alcuni giorni fa, trovi il mio cuore colmo di trepidazione.
Ma l’obbedienza mia e vostra è a Cristo Gesù.
Comunicare la bellezza, la verità e la bontà di Gesù risorto è l’unico scopo dell’esistenza della Chiesa e del ministero dei suoi pastori.
Papa Francesco ha scritto recentemente: “Chi crede, vede; vede con una luce che illumina tutto il percorso della strada; perché viene a noi da Cristo risorto, stella mattutina che non tramonta” (Lumen Fidei, 1).
Vengo ad una Chiesa per me nuova che conosco però come chiesa di grande tradizione cristiana e di edificanti testimonianze di santità.
Vengo tra voi per continuare il servizio pastorale di monsignor Domenico Caliandro, che con sapienza e zelo ha guidato la Diocesi per 13 anni. A lui esprimo stima e gratitudine per il bene realizzato: sarà l’eredità di cui avvalermi.
Vengo a voi con animo aperto e disponibile, per vivere con voi l’esaltante avventura della fede e per essere in mezzo a voi servo di unità.
Cammineremo insieme e “senza lasciarci rubare la speranza”.
Presto ci incontreremo, ci conosceremo, ci accoglieremo reciprocamente, ci vorremo bene nel grande mistero di fraternità che è la Chiesa.
In questo Anno della Fede, voluto da Benedetto XVI, proviamo ad avere presente l’esempio della primitiva comunità cristiana, pregando con ferma fede e salda speranza per le necessità della Chiesa, per le intenzioni del Papa Francesco e per l’unità del popolo di Dio intorno ai suoi Pastori.
Occorrono uomini e donne di fede e così si rinnoveranno i miracoli che leggiamo nella Scrittura. Mossi da queste certezze, continuiamo ad impegnarci nella nuova evangelizzazione: ci attendono molti fratelli che cercano la Verità. Non bastano i bei discorsi, occorrono le opere, la coerenza con la fede, la gioia di saperci e di vivere da figli di Dio, l’amore ai poveri.
Servendo Cristo nel povero, la Chiesa cresce nella carità e nella giustizia, cioè nella condivisione fraterna, ma anche nella lotta contro ogni ingiustizia.
In questo momento particolare chiedo a tutti voi l’accoglienza della fede e la carità della preghiera.
Questa preghiera assicuro anch’io per voi. La riservo in modo particolare ai carissimi fratelli presbiteri, ai consacrati e alle consacrate, ai diaconi permanenti, ai giovani seminaristi, ai fedeli laici, alle Autorità Civili e Militari, alle famiglie, agli anziani, ai bambini, ai ragazzi e ai giovani, ai poveri e ai sofferenti.
Carissimi, nell’attesa di incontrarci continuiamo a sentirci uniti nella preghiera e camminiamo in Gesù-via e in Gesù-vita, avendo gli stessi sentimenti di Gesù-verità.
Dice il Papa: “la fede non è luce che dissipa tutte le nostre tenebre, ma lampada che guida nella notte i nostri passi e questo basta per il cammino”(Lumen Fidei, 57).
Affido la mia vita e la vita di ciascuno di voi al tenero e materno abbraccio della Madre del Signore, donna in cammino, presenza così amata dalle nostre popolazioni, a S. Gregorio Armeno e a Sant’Agata, a S. Giuseppe da Copertino e a tutti i santi protettori delle nostre comunità.
Lecce, 16 luglio 2013
Fernando Filograna