Sulle nomine e disposizioni del Vescovo

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Sulle nomine e disposizioni del Vescovo

23 OTTOBRE 2019 – Il Vescovo della Diocesi di Nardò – Gallipoli, Mons. Fernando Filograna, esprime vivo ringraziamento e riconoscenza per il lavoro pastorale che tutti i presbiteri ogni giorno in maniera silenziosa svolgono al servizio della Chiesa diocesana.

Nelle scorse settimane il Vescovo ha già effettuato diverse immissioni canoniche dei nuovi parroci e dato corso alle disposizioni emanate nel corso dell’estate. In tale contesto Mons. Filograna esprime riconoscenza a don Fernando Calignano, che per diversi decenni ha svolto il servizio di rettore della Chiesa Sant’Antonio di Padova in Nardò, curando la liturgia e la devozione al Santo.

Essendo decaduto dal ministero di rettore della suddetta Chiesa per raggiunti limiti d’età, la cura pastorale e amministrativa della rettoria è affidata alla Parrocchia Maria SS. Assunta di Nardò, nella persona di don Giuliano Santantonio, Parroco della Cattedrale.

Consapevole che il cambio delle guide pastorali è un momento delicato per la vita delle comunità, Mons. Filograna fa sue le parole del Papa in merito a questa esperienza ecclesiale: «tutti [noi] pastori dobbiamo congedarci. Arriva un momento dove il Signore ci dice: vai da un’altra parte, vai di là, va di qua, vieni da me. E uno dei passi che deve fare un pastore è anche prepararsi per congedarsi bene, non congedarsi a metà» (Papa Francesco, Meditazione mattutina, 30 maggio 2017).

Mons. Vescovo auspica che le nuove disposizioni possano essere accolte da tutto il popolo santo di Dio con lo Spirito di fede che deve animare ogni azione ed evento nella Chiesa.


NOTA del 24 ottobre 2019

Con riferimento al post sul social network Facebook, pubblicato dal Rev.do sac. Fernando Calignano, alias Ferdyns Kalòs, in data 23 ottobre u.s., il vescovo Mons. Fernando Filograna avverte la necessità di precisare che l’avvicendamento disposto presso la rettoria Sant’Antonio di Padova rientra nella normale prassi di vita della Chiesa diocesana. Ogni anno, ed ogni volta che si renda necessario, il vescovo dispone spostamenti e ridistribuzione degli incarichi, in spirito di assoluto servizio verso le persone e secondo quanto si renda opportuno al bene della comunità ecclesiale.

È comprensibile che un lungo mandato possa generare, una volta giunto al termine, sentimenti di smarrimento in chi vive il passaggio ad altro servizio e nella comunità. Il servizio non appartiene solo al Presbitero ma a tutta la Chiesa, ed è innestato in un corpo secondo una precisa gerarchia sacramentale, che per il presbitero si traduce nel principio dell’obbedienza emessa nel giorno dell’ordinazione al proprio Vescovo e ai suoi successori.

Tutto ciò che non si conforma a questo principio può divenire divisivo e generare scandalo.

Essere consapevoli di aver svolto in piena coerenza il proprio ministero con rettitudine attiene alla moralità di ciascuno e siamo certi che Don Fernando, nella sua coscienza, custodisca la verifica del suo ministero.

Vivere il proprio servizio in un’ottica di rivendicazione, invece, è meno comprensibile e severamente criticabile.

Il termine “inutili” a cui Don Fernando fa riferimento nel suo post scritto su Facebook, non è un inserimento posticcio ma fa parte del Vangelo e deve essere interpretato non già come se il Signore pensi che la nostra vita sia inutile ma, invece, che nel servizio che svolgiamo non dobbiamo cercare un utile (Cfr. Lc 17, 7-10). Cercare l’utile genera rivendicazione e spirito di possesso per ciò che facciamo.
Un presbitero che vive la comunione con il Vescovo e il Presbiterio sa bene che il servizio pastorale ha come fine la costruzione del Regno di Dio sulla terra.
È incomprensibile allora l’amarezza che diventa offesa verso le persone e i confratelli impegnati a costruire un clima di comunione nella delicata realtà del centro storico e nel più ampio corpo ecclesiale che è il Presbiterio di cui anche don Fernando, ricordiamo, fa parte.
Il vescovo Fernando esprime, altresì, decisa distanza dalle valutazioni espresse da don Calignano nei confronti di Mons. Giuliano Santantonio e, mentre conferma fiducia verso l’operato del parroco, auspica il rientro di una polemica inutile, poco costruttiva, non edificante per quanti la alimentano e lontana dai bisogni della comunità e che dà spazio a speculazioni che nulla hanno a che fare con la Comunità Ecclesiale.

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