Omnia in Bonum/ L’Ordinazione Episcopale di Mons. Filograna raccontata con parole ed immagini esclusive

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Omnia in Bonum/ L’Ordinazione Episcopale di Mons. Filograna raccontata con parole ed immagini esclusive

MONS. D’AMBROSIO/1

FIDATI DI LUI

Carissimo fratello, in questo snodo importante della tua vita, non ti mancano timori e paure, me ne hai confidati tanti. For­se in questi giorni alle orecchie del tuo cuore e della tua men­te sono risuonate le parole di Sant’Agostino: “Nel momento in cui mi dà timore l’essere per voi, mi consola il fatto di essere con voi. Per voi infatti sono vescovo, con voi sono cristiano. Quel nome è segno dell’incarico ricevuto, questo della grazia. Quello è occasione di pericolo, questo di salvezza” (Discorso 346).

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Ma non avere paura: Cristo Gesù chiamandoti a questo sublime ministero si è fidato di te. Perciò fidati di Lui. Per te oggi le parole del Profeta Geremia: “Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò e dirai tutto quello che ti ordinerò. Non aver paura perché io sono con te per proteggerti” (Ger 1,7-8). Oggi lo Spirito del Signore invade la tua vita. È su di te.

MONS. D’AMBROSIO/2

COLLABORATORE DELLA GIOIA

Chiamato a portare la buona notizia, dovrai saper lottare contro la coalizione dei nemici della gioia che negli ultimi tempi si sta ingrossando, agitando ancor più spauracchi che incrinano la serenità liberante dell’amore di Dio che continua a salvare. Fratelli della Chiesa sorella di Nardò-Gallipoli, il Vescovo Fernando viene in mezzo a voi come l’usciere della gioia, impegnato con voi a mettere alla porta la tristezza dei tormenti e la defatigante altalena di speranza e delusioni.

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Viene nel nome del Signore a portarvi e a restituirvi, ove ce ne fosse bisogno, la gioia. Sarà a tempo pieno ‘collaboratore della vostra gioia’. Non la gioia dello scanzonato e del super­ficiale, ma quella dell’uomo che cerca il volto di Dio e sta alla sua presenza, contemplando e lodando, e torna ai suoi fratel­li come latore e garante dell’amore provvidente che trova la sua gioia nell’abitare con i figli degli uomini.

MONS. D’AMBROSIO/3

SARETE I MIEI TESTIMONI

Ogni giorno, fratello vescovo, dovrai metterti in cammino. Il ministero del vescovo è sulla strada. Risuonano forti, chiare e decise le parole del Signore Gesù: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19), “Andate in tutto il mondo“ (Mc 16,15), “Sarete miei testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra” (At 1,8).

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Parole che in un momento in cui la fatica dell’annunzio e la manifesta e cocciuta sordità alla Parola che salva, costretta a farsi strada nel ginepraio delle tante parole gridate, sussurra­te e messaggiate nei mille canali della odierna comunicazio­ne, generano in noi paure e tentazioni al ribasso. Caro don Fernando, non hai bisogno di consigli. Hai, come tutti noi, il Maestro interiore che continuerai ad ascoltare nell’ampio spazio della quotidiana contemplazione, che ti aiu­terà ad affacciarti al mistero.

MONS. D’AMBROSIO/4

LE PORTE SEMPRE APERTE

Ogni giorno dovrai accogliere, abbracciare, ascoltare tutti coloro dei quali hai la responsabilità di pastore. Le porte del tuo ovile dovranno rimanere aperte. Chi ha bisogno del pastore, del vescovo, non dovrà essere costretto a lunghe soste in sale d’attesa.

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Talvolta, ma forse molto spesso, siamo costretti, da un compito che non ci viene dal sacramento ma dal dover essere custodi di opere d’arte da salvaguardare, ad abitare in grosse dimore: che non diventino una sorta di diaframma che ci distanzia e separa dalla concretezza di situazioni in cui vivono i nostri fratelli. Ogni giorno reggerai, governerai “la Chiesa che ti è stata affidata come vicario e delegato di Cristo, col consiglio, la persuasione, l’esempio, ma anche con l’autorità e la sacra potestà della quale però non ti servirai se non per edificare il tuo gregge nella verità e nella santità” (LG 27).

MONS. D’AMBROSIO/5

IL TUO PASTORE TI SALUTA

Guiderai la Chiesa di Nardò-Gallipoli con il bastone del pa­store e la inesauribile carica di amore del Padre, ascoltando, dialogando, consultando, chiedendo consiglio. Ricordati che la tua, è l’ultima parola che ascolta, raccoglie, sintetizza le parole precedenti. La categoria a cui ti iscrivi e che ti dovrà appartenere, ce lo ricorda il “pastore e custode delle nostre anime” (1Pt 2,25), è quella del servizio: sei mandato a ser­vire.

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Perciò: dovrai curvarti e non curvare, dovrai ammonire ma non disprezzare, dovrai correggere ma non condannare, dovrai dimenticare e perdonare. Ora la tua Chiesa Madre e il suo Pastore ti salutano e, come Paolo agli anziani di Efeso a Mileto ti affidano a Dio e alla Parola della sua grazia (cf At 20,32). La Vergine Santa Assunta in cielo, titolare delle Chie­se Cattedrali di Lecce e di Nardò-Gallipoli, ti accompagni e ti custodisca nel suo materno amore.

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